Le relazioni monogame sono davvero meglio?
In un certo senso, la risposta alla domanda del titolo di questo articolo, “le relazioni monogame sono davvero meglio?”, è ovvia. Se il criterio è “la gente pensa che siano meglio”, allora la risposta è un roboante sì.
Essere monogami ha la stessa patina ideologica dello sposarsi – è qualcosa che pensiamo ci si aspetti da noi. Chiedete alla gente perché bisogna essere monogami/sposarsi, e vi sciorineranno una quantità di ragioni per cui è meglio così che essere non-monogami/rimanere single.
Ho condotto moltissimi studi sugli stereotipi sui single. Terri Conley e i suoi collaboratori hanno studiato gli stereotipi sulle persone coinvolte in quelle che loro chiamano “relazioni consensualmente non-monogame”. Entrambe abbiamo cercato di rispondere alla stessa domanda: gli stereotipi sono fondati, o sono perlopiù miti e pregiudizi?
1. Per prima cosa, qualche definizione
A Conley piace la definizione di monogamia data dai CDC (Centers for Disease Control, centri per il controllo delle malattie): «monogamia reciproca significa concordare di essere sessualmente attivi con una sola persona, e che quella persona accetta di essere sessualmente attiva solo con noi».
Le relazioni consensualmente non-monogame sono «relazioni in cui entrambi i partner hanno concordato apertamente che loro e/o i loro partner avranno altri partner sessuali o romantici».
Il poliamore implica «avere relazioni romantiche e affettive consensuali con più di un partner». È diverso dallo scambio di coppie o dalle relazioni aperte, in cui le relazioni possono essere unicamente sessuali e non necessariamente affettive o romantiche.
2. Il punto cruciale in questa disputa
Il mio punto di vista non vuole necessariamente imporsi sugli altri. Credo che la società americana contemporanea si sia lasciata trasportare dalla sua insistenza sull’idea che ci sia un modo giusto per fare sesso (farne tanto, con una persona sola – o una sola per volta). Penso dovremmo riconoscere che tutti i tipi di approccio al sesso (inclusa l’asessualità e le relazioni consensualmente non-monogame) possono funzionare benissimo per alcune persone, e non dovremmo continuare a provare a far sì che tutti agiscano e sentano alla stessa maniera (questo ovviamente non costituisce uno sdoganamento del sesso dannoso, che ferisce).
L’altra questione che mi interssa riguarda la scienza. Se vogliamo (plurale maiestatis) proclamare che un tipo di sesso è migliore degli altri, la mia risposta è: mostratemi i dati.
3. La ricerca
Non c’è molta ricerca sulle relazioni consensualmente non-monogame. Come sottolinea Conley, gli scienziati sembrano talmente sicuri che la monogamia sia meglio che non si sono preoccupati di fare molta ricerca sulla questione. Conley e colleghi ora hanno un programma di ricerca in corso, e hanno anche analizzato le ricerche di altri laboratori (i riferimenti in fondo).
La monogamia offre “una vita piena di sesso eccellente e sicuro”?
Questa è una delle supposizioni sulla monogamia: che porti ogni genere di beneficio sessuale. Ma la ricerca mostra che «la frequenza dei rapporti sessuali, in media, decresce lungo l’arco di una relazione romantica (che si presuma monogama)». L’evidenza empirica sembra inoltre suggerire che il desiderio sessuale decresca nel corso di una relazione romantica di lungo termine.
Per quanto riguarda la sicurezza del sesso nelle relazioni monogame rispetto a quelle consensualmente non-monogame, la supposizione è che il sesso monogamo sia più sicuro. La ricerca non è d’accordo. Quello che sembra accadere è che la gente suppone che vi sia più sicurezza nelle loro relazioni (presunte) monogame di quanta ve ne sia in realtà. Per dirla con Conley, «le coppie mettono da parte i preservativi tipicamente entro i primi due mesi di frequentazione, e passano ad altre forme di contraccezione una volta che si sentono a loro agio, piuttosto che dopo un obiettivo controllo per le MST» (le MST sono le malattie sessualmente trasmissibili). Nelle relazioni a lungo termine, inclusi molti matrimoni, i partner molto spesso non prendono in considerazione la pur realistica possibilità di infedeltà.
Ecco qualche dettaglio in più di quanto rilevato dalla ricerca (prendo un paragrafo dell’articolo e lo rendo in un elenco puntato per facilitarne la lettura):
- «Gli individui sessualmente infedeli avevano meno probabilità di usare barriere durante i loro incontri al di fuori della coppia, meno probabilità di parlare ai loro partner di quegli incontri e meno probabilità di testarsi per le MST rispetto agli individui in relazioni consensualmente non-monogame».
- «Gli individui sessualmente infedeli avevano meno probabilità di usare barriere nella loro relazione primaria rispetto agli individui in relazioni consensualmente non-monogame».
- «Gli individui in relazioni apparentemente monogame avevano anche più probabilità di commettere errori nell’uso del preservativo».
- «Gli individui usano con maggiore frequenza il preservativo o altri metodi barriera con i partner occasionali piuttosto che con i partner “regolari”».
Nei prossimi articoli analizzerò quanto Conley e colleghi hanno rilevato in risposta a queste domande:
Bella DePaulo
Riferimenti
Conley, T. D.; Ziegler, A.; Moors, A. C.; Matsick, J. L.; Valentine, B. A critical examination of popular assumptions about the benefits and outcomes of monogamous relationships, in Personality and Social Psychology Review (2012).
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Bella DePaulo è una psicologa sociale, autrice di Singled Out: How Singles are Stereotyped, Stigmatized, and Ignored, and Still Live Happily Ever After e Single with Attitude: Not Your Typical Take on Health and Happiness, Love and Money, Marriage and Friendship. La sua attività di ricerca e divulgazione si concentra sul ruolo e sulla figura dei single nella società moderna, sugli stereotipi gravanti su questa categoria e sulla loro fondatezza o meno.
Tratto da: Are Monogamous Relationships Really Better?
Traduzione di Elena Gallina, @RunAwayChicken.