Chi è il tuo partner primario?

Scritto da aliosha on . Postato in Opinioni

Presto, dimmi chi è il tuo partner primario!

È il tuo coniuge? Il tuo convivente? Qualcuno con cui non convivi, ma che ami profondamente?

Che ne dici di te stesso?

No, sono mortalmente seria. Tu sei la sola persona con cui dovrai per forza convivere per il resto della tua vita. Qualunque altra cosa è bene o male campata per aria, per scelta, destino, o accidente.

Stando così le cose, è necessario assicurarsi che la tua relazione con il tuo partner primario sia in buon ordine.

Ora, non intendo dire che tu non debba amare i tuoi amori con tutta la passione e profondità che puoi. A dirla tutta, se ami davvero il tuo partner primario, e tieni in ordine la tua relazione con te stesso, ti accorgerai che ti sarà molto più facile essere davvero amorevole nei confronti degli altri.

Perché, vedi, riduce notevolmente i rischi.

Ti consiglio caldamente, se puoi, di mettere le mani su una copia di Open Marriage, di Nena e George O’Neill. È un libro datato e può sembrare a tratti obsoleto, ma l’idea di base è eccellente. L’assunto fondamentale è che davvero non è una buona idea, per una coppia di persone sposate, quella di essere unite come gemelli siamesi e considerarsi una cosa sola; è meglio, piuttosto, considerarsi due persone distinte che scelgono di avere insieme una relazione.

Ora, questo segna un cambiamento significativo del mio stesso punto di vista. Per anni ho pensato che un’attitudine “tutti per uno, uno per tutti” fosse necessaria al matrimonio ideale.

Ne porto ancora i segni!

Ora, un mio tratto essenziale è che se l’esperienza mi dà una sonora lezione, cambio idea. E sì, ci vuole esperienza per riuscirci. Non potete dirmi nulla! Però sì, posso imparare.

Allora, che cosa comporta l’essere il partner primario di se stessi?

Beh, innanzi tutto implica volere ed essere in grado di curarsi dei propri bisogni, dei propri desideri e di tutte queste belle cose. Essere il partner primario di se stessi significa essere responsabili del soddisfacimento dei propri bisogni. Non si appioppa questo compito a nessun altro. Voglio dire, se qualcuno vuole essere coinvolto, benissimo! Ma non ne hai bisogno per sentirti soddisfatto.

Hai un circolo di amici indipendente da ogni tuo amante? Hai interessi che condividi e anche interessi non condivisi? Sei sicuro che, se succedesse qualcosa e ti ritrovassi solo, saresti ancora in grado di costruirti una vita bella, sana e felice? Se la risposta è no, non sentirtene in colpa. La nostra cultura non è strutturata per insegnare alla gente ad essere così autosufficiente. Quindi, non sentirti in colpa. Però lavoraci su.

Per alcune persone, me inclusa, è molto liberatorio sapere di potersi mantenere economicamente da sole, se necessario. Vuol dire non avere paura. Sai di poterti prendere cura di te stesso. Se non hai mai tenuto una contabilità personale, o non hai mai avuto un lavoro a tempo pieno (sì, ci sono ancora casalinghe là fuori che non mettono piede nel mondo del lavoro da anni! E per molti anni sono stata una di loro), o imparato a guidare e mantenere un’auto, o a fare lavoretti in casa, o qualunque altra piccola cosa quotidiana: impara. Questo vale anche per chi ha o ha avuto un lavoro, ma non sa cucinare, o fare il bucato senza rovinare i vestiti e cose del genere. Potresti andare a scuola per imparare un’abilità spendibile sul mercato. O verificare che le tue capacità siano tuttora  spendibili sul mercato. Potresti iniziare a svolgere incombenze domestiche di cui normalmente non ti curi, per allenarti. Ma fai quel che serve.

Questo farà sì che il tuo cuore si apra a una maggiore intimità con i tuoi partner. È molto più facile amare, quando non hai paura di perdere qualcosa o qualcuno. Potrai dare libertà ai tuoi partner senza sentirti minacciato. Non ti capiterà più di acconsentire a cose che potrebbero causarti risentimento. Venire incontro ai bisogni e ai desideri dei tuoi partner ti sembrerà più facile e meno rischioso. Potrai forgiare relazioni eccellenti tra due (o più) persone forti e indipendenti, e sì, troverai quelle stesse relazioni immensamente soddisfacenti. Solo, non ne sarai dipendente. E questo non è per dire che sarai indifferente o del tutto incurante verso quelle relazioni. Insomma, se io perdessi un partner non ne soffrirei? Uhmmm…

Sì!

Ne soffrirei un sacco.

Ma: il solo partner primario che avrò sempre, e il solo di cui sia interamente mia responsabilità avere cura, sono io. E questa è una cosa che non potrò perdere mai.

È un bel punto in cui trovarsi.

Goddess of Java

 

 


Goddess of Java è lo pseudonimo di una blogger che scrive da anni sul tema del poliamore nel suo blog “The Polyamorous Misanthrope”. È fra i cofondatori del sito web “PolyFamilies – Polyamory for the Practical”.

Originariamente pubblicato su PolyFamilies e su The Polyamorous Misanthrope.

Traduzione di Elena Gallina, @RunAwayChicken.

Immagine: CC BY-NC-ND 2.0 Donna Grayson

Privacy Policy