Poliamore e tradimento a “La Mala Educaxxxion”

Scritto da Giorgia Morselli on . Postato in Cinematografia e TV, Notizie

La puntata di “La Mala Educaxxxion” del 16 aprile, dedicata al tema del tradimento, ha visto protagonisti Chiara e Renato, una coppia di coniugi poliamoristi milanesi che noi di poliamore.org conosciamo bene fin dagli albori della nostra avventura (qui il link all’articolo che Chiara ha scritto per noi un anno fa, al debutto del sito).

Che cosa c’entra il tradimento con il poliamore? Potenzialmente molto, se consideriamo quante persone ci testimoniano con la loro esperienza personale di essere approdate al modello di relazione poliamoroso dopo avere sperimentato il desiderio di aprirsi a nuove relazioni senza per questo voler rinunciare al rapporto con un partner già esistente. Le autrici della trasmissione, Chiara Salvo e Katiuscia Salerno, hanno ben colto questo punto, affidando alla sensibilità della conduttrice Elena Di Cioccio il compito di accompagnare il pubblico del talk show de LA7d attraverso i racconti degli ospiti presenti in studio. E, pur tenendo conto dei limiti di tempo imposti dal format, abbiamo l’impressione che ne sia uscito un discorso interessante e fedele.
“Secondo l’associazione degli avvocati matrimonialisti italiani, il 50% dei mariti e il 45% delle mogli hanno tradito il proprio coniuge almeno una volta”: questo è lo scenario iperrealistico che la conduttrice ha voluto fin dai primi minuti della trasmissione proporre come punto di avvio della conversazione. Come spesso qui amiamo puntualizzare, infatti, quello di intrattenere più relazioni contemporanemente non è certo un costume che nasce con l’invenzione del termine “poliamore”; solo, nella stragrande maggioranza dei casi, queste relazioni non vengono vissute alla luce del sole e col consenso di tutti i partner. Certo, non tutti i rapporti che esulano da quello “ufficiale” comportano quel legame affettivo ed emotivo che caratterizza il rapporto come rapporto “amoroso”, ma in alcuni casi avviene proprio questo, ed è questa la sfera di esperienza che ci interessa.

Chiara e Renato fanno coppia fin dai tempi del liceo, sono sposati dal 1989 e hanno due figli. La storia della loro unione, fino a un certo punto, assomiglia a quella di tante altre unioni esclusive nelle quali i partner si trovano a sperimentare in prima persona, e a dispetto dei reciproci accordi, il desiderio di coltivare un’intimità con altre persone. Ma, nel loro caso, la volontà di conservare il loro legame pur concedendosi reciprocamente la libertà di viverne anche altri ha prevalso su quella che spesso appare come una scelta obbligata: la separazione definitiva. Il motivo è molto semplice: questi due si amano. Ma hanno scoperto che ciò che condividevano insieme lasciava spazio ad altre possibilità di condivisione, e questa consapevolezza ha fatto sì che il ritorno alla visione “ingenua” di una esclusività monogamica non problematica fosse per loro impraticabile.

Chiara, che da diversi anni opera come counselor gestaltico, conosce bene le pieghe dell’animo umano e la potenza e il valore delle emozioni. A questa conoscenza ha sicuramente potuto attingere come a una risorsa preziosa per superare l’impasse nel quale si era imbattuta insieme a Renato. Il loro percorso è stato tutt’altro che lineare: nel corso del tempo hanno sperimentato il tradimento e più volte interrotto e ripreso la loro relazione, inframmezzandola con altre esperienze, anch’esse improntate al modello monogamico tradizionale. È proprio con lei che ne abbiamo parlato, e ci spiega: «Ci siamo resi conto che, pur amandoci, “non ci bastavamo” a vicenda: sul piano sessuale, ma anche intellettivo ed emozionale. È stato allora che ci siamo permessi di esplorare anche sentimentalmente, oltre che sessualmente, lo stare con altre persone, ma alla luce del sole. Solo questo passaggio ci ha permesso di scoprire che potevamo davvero dichiararci poliamorosi, perché abbiamo sperimentato sulla nostra pelle l’esperienza reale di condividere amore ed emozioni non solo tra noi due ma anche con altri.»
Riguardo alla partecipazione al programma, Chiara dice: «Quello che volevo fare era semplicemente raccontare di una possibilità. La possibilità di considerarsi persone sane, rispettose ed amorevoli anche fuori dal marmoreo schema culturale per il quale 1+1=AMORE, il resto non va bene, non si fa. L’ho fatto anche perché non mi posso scordare come mi sono sentita, nella primavera del 2011, quando ho letto sulla rivista Mente e Cervello che esistevano persone che vivevano amori multipli alla luce del sole: mi sono sentita reale, vitale, sana e soprattutto non più sola. Perché ho desiderato spiegare ai miei figli che non ci sono solo matrimoni che funzionano (pochi), matrimoni di facciata (tanti), separazioni consensuali, separazioni dolorose o tragiche (ogni tre giorni in Italia una donna ammazzata dal compagno o da un ex), famiglie allargate… Ma che ci sono anche persone come noi, come Chiara e Renato, che hanno scelto di amarsi senza possedersi fisicamente o psicologicamente, genitori che hanno scelto di mantenere integro il nucleo delle loro origini senza il peso di una coesione forzata, triste o ricattatoria. Desidero che i miei figli crescano con un’ampia gamma di amori possibili nella quale sentirsi “a posto” sia con loro stessi che inseriti nella società. Ho scelto di andare a raccontare in televisione che ho una natura poliamorosa soprattutto perché desidero che altre persone sappiano che anche in amore ci si può sentire oneste e creative, fragili e leggere, libere e interdipendenti; perché è così che mi sento io ora.»

Sottopongo a Chiara la bozza dell’articolo. Sembra piacerle, tuttavia ci tiene a fare una precisazione: «Alla fine, dove dichiaro come mi sento io ora, puoi mettere un punto esclamativo… Perché è proprio così che mi sento, una donna con un punto esclamativo!» E anche noi pensiamo che sia proprio così. Perciò ecco il tuo punto esclamativo, Chiara, e grazie di cuore.

Giorgia Morselli

 Qui il link alla puntata della trasmissione.

 

 

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