Il poliamore fa male ai bambini?

Scritto da elena on . Postato in Opinioni

Che cosa significa per i bambini se i loro genitori sono poliamorosi (vale a dire se sono coinvolti in “relazioni sentimentali multiple (in contrapposizione a relazioni puramente sessuali)”? Questa è la domanda a cui risponderò in questo post, il terzo e ultimo di una serie di discussioni su un articolo accademico che esamina la ricerca esistente sulla non-monogamia consensuale (i riferimenti sono in fondo).

I primi due post erano:

Le relazioni monogame sono davvero meglio?

e

Soddisfatti? Gelosi? Sulla decisione di non essere monogami.

Nel primo post ho incluso alcune definizioni chiave e ho discusso il mio punto di vista su questi argomenti.

Ora, a proposito dei bambini. Mi piacerebbe poter dire che ci sono pile di studi metodologicamente rigorosi che comparano le implicazioni per i bambini i cui genitori sono o non sono poliamorosi. Invece ce ne sono molto pochi, quindi qualunque conclusione è provvisoria, nella migliore delle ipotesi.

Gli autori dell’articolo in rassegna credono che le implicazioni per i figli delle relazioni dei loro genitori abbiano più probabilità di essere degne di nota se le relazioni stesse non vengono tenute nascoste ai bambini. Quindi l’articolo si concentra su quelle famiglie in cui alcuni o tutti i vari partner sono coinvolti nella vita dei bambini, sia come co-genitori che in ruoli simili a quelli di zie e zii.

Elisabeth Sheff ha condotto due studi sul benessere dei figli di genitori poliamorosi. In uno ha intervistato i genitori, e nell’altro ha parlato con bambini e ragazzi di età compresa tra i 5 e i 18 anni (sulla base di quanto riportato dall’articolo, non credo abbia intervistato altre famiglie per paragone. Come ho detto, ci serve più ricerca, e ricerca più rigorosa).

La prospettiva dei genitori poliamorosi

Nelle interviste, i genitori descrivono una quantità di modi in cui i loro figli hanno tratto beneficio dal poliamore:

  • «I bambini avevano più tempo individualizzato con gli adulti».
  • Potevano «passare meno tempo all’asilo grazie alla flessibilità data dall’avere più figure parentali coinvolte nella loro vita».
  • «…la maggiore diversità di interessi offerta dalle figure adulte ha aiutato i bambini a sviluppare una più ampia gamma di interessi e hobby».

I genitori hanno menzionato anche degli aspetti negativi, in particolare «lo sconforto quando le relazioni tra gli adulti si dissolvono e ne risulta un trauma emotivo per i bambini che potevano essere molto attaccati al partner che se ne va».

La prospettiva dei figli

I bambini intervistati da Sheff erano perlopiù bianchi e di estrazione media. La sua impressione è stata che erano «articolati, riflessivi, intelligenti e sicuri nelle loro relazioni con i genitori». I ragazzi più adulti erano più consapevoli dei più giovani di avere una situazione familiare inconsueta, ma non venivano interrogati dal personale docente o dagli altri studenti sul fatto di avere più figure parentali, perché ciò era vero anche per molti altri compagni di scuola (ad esempio chi aveva genitori adottivi o il partner di un genitore single).

I bambini non hanno espresso la stessa preoccupazione dei genitori riguardo la perdita reale o potenziale di legami affettivi con gli adulti. Come spiegano gli autori dell’articolo:

Molti dei bambini hanno riferito che gli ex partner dei loro genitori erano rimasti coinvolti nelle loro vite anche dopo la fine della fase romantica o sessuale della relazione con il genitore. I bambini riportano di aver sofferto per la perdita dell’amicizia di adulti non più coinvolti nelle loro vite, ma questa sofferenza era avvertita sia per gli ex partner sia per gli amici dei genitori che non vedevano più per una serie di ragioni.

Complessivamente i bambini erano soddisfatti della loro situazione familiare, riconoscendo che potrebbero non scegliere lo stesso assetto per sé ma che funziona bene per i loro genitori.

Preoccupati per la stabilità? Pensate a questo

Penso che dobbiamo essere cauti prima di tirare conclusioni ferme dai due studi piuttosto limitati delle implicazioni del poliamore per i figli. Mi piacerebbe vedere studi in cui i figli di genitori poliamorosi vengano comparati a figli di altre tipologie familiari, e in cui la ricerca sia condotta nell’arco del tempo (studi longitudinali). Mi piacerebbe anche vedere misurazioni oggettive in aggiunta alle risposte date all’intervistatore.

I genitori, in particolare, possono essere stati propensi a voler fare un’impressione positiva sull’intervistatore. Eppure hanno menzionato anche i loro dubbi, specialmente riguardo le potenziali difficoltà emotive per i loro figli dell’avere adulti che entrano ed escono dalle loro vite.

Penso che questa sia una riflessione seria. Non sono molto sicura, però, che sia specifica per le famiglie poliamorose (né gli autori dell’articolo lo suggeriscono).

Considerate l’ampia distesa della popolazione americana adulta, senza concentrarvi su quella poliamorosa. Sapevate che gli Stati Uniti surclassano ogni altro Paese dell’Occidente in quanto a instabilità relazionale? Questo è quanto scoperto da Andrew Cherlin, sociologo, durante la ricerca per il suo libro appropriatamente intitolato Il carosello del matrimonio (The Marriage-Go-Round):

…la vita familiare negli Stati Uniti comporta più transizioni che in qualunque altro luogo. Ci sono più matrimoni, ma anche più divorzi. Ci sono più genitori single, ma anche più nuove coppie. Le relazioni di convivenza durano di meno. Nell’arco della vita adulta delle persone, ci sono più movimenti dentro e fuori dal matrimonio e dalla convivenza che in altri Paesi (p. 19).

Una domanda interessante, credo, è se i partner di adulti poliamorosi abbiano più (o meno) probabilità di restare coinvolti nella vita dei bambini dopo il dissolvimento di una relazione rispetto ai partner di adulti monogami seriali. Non c’è ricerca pertinente di cui io sia a conoscenza.

Per quanto riguarda i bambini, Cherlin crede che la stabilità sia importante:

…il benessere dei figli di genitori single può migliorare non facendo pressione sui genitori affinché portino in fretta a casa un genitore adottivo, bensì invitandoli a cercare un nuovo partner più a lungo e accuratamente, o a rimanere single se preferiscono (p. 11).

 

Bella DePaulo

 

Riferimenti

Conley, T. D.; Ziegler, A.; Moors, A. C.; Matsick, J. L.; Valentine, B. A critical examination of popular assumptions about the benefits and outcomes of monogamous relationships, in Personality and Social Psychology Review (2012).

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Tratto da: Is Polyamory Bad for the Children?
Traduzione di Elena Gallina, @RunAwayChicken.

Bella DePaulo è una psicologa sociale, autrice di Singled Out: How Singles are Stereotyped, Stigmatized, and Ignored, and Still Live Happily Ever After Single with Attitude: Not Your Typical Take on Health and Happiness, Love and Money, Marriage and FriendshipLa sua attività di ricerca e divulgazione si concentra sul ruolo e sulla figura dei single nella società moderna, sugli stereotipi gravanti su questa categoria e sulla loro fondatezza o meno.

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